All’interno del CPR, così come nelle carceri, a smuovere la situazione è stato il coraggio di chi è costretto a vivere quotidianamente questi luoghi. L’assenza totale di cure mediche, le espulsioni e il clima di violenza che le forze dell’ordine e l’ente gestore GEPSA vorrebbero affermare e rendere normale dentro il Centro non hanno avuto la meglio sulla determinazione e la voglia di libertà delle persone recluse.
Venerdi 10 Settembre tutte e cinque le unità abitative che compongono l’area Rossa sono state rese inagibili dalle persone detenute che hanno protestato con rabbia e dato fuoco ai materassi. Un ragazzo ha voluto raccontarci al telefono le motivazioni della rivolta e le condizioni quotidiane di detenzione cui sono costretti tra assenza di cure mediche e pestaggi delle guardie:
https://nocprtorino.noblogs.org/post/2021/09/20/testimonianza-audio-dal-cpr-di-torino/
La determinazione con cui le persone rinchiuse hanno da sempre affrontato la loro reclusione dovrebbe essere d’esempio per noi fuori proprio in un periodo come questo in cui all’esterno ad essere colpita è soprattutto la solidarietà nei confronti di chi lotta e si ribella per distruggere la propria gabbia.
In momenti come questi è quanto mai importante far sentire a chi lotta che non è solo, dimostrare che le gabbie e le mura non riescono a rendere invisibile ciò che accade dentro.
In solidarietà alle persone recluse che quotidianamente lottano e si ribellano dentro il CPR.
In solidarietà ai compagni e alle compagne che negli anni hanno lottato contro i Centri di detenzione amministrativa e adesso si trovano imputati/e nell’Operazione Scintilla, che ha portato anche allo sgombero dell’Asilo Occupato.