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A fianco dei rivoltosi del CAS di Treviso, chi devasta e saccheggia è lo Stato!

Ieri a Treviso si è tenuta un’altra udienza del processo per la rivolta al CAS ex caserma Serena del giugno 2020 che vede imputati per devastazione e saccheggio e sequestro di persona tre detenuti identificati come capi della protesta.

Quello di cui  Amadou, Mohammed e Abdourahmane sono accusati è di aver lottato contro le condizioni di vita imposte dentro il centro di accoglienza, la reclusione e la gestione iper violenta della situazione sanitaria da parte della cooperativa Nova Facility, gestionaria del Cas.
Era l’estate 2020, e in tutti i luoghi di reclusione per migranti, dalle navi quarantena agli hotspot, dai centri di accoglienza ai CPR e alle carceri, si susseguivano proteste, rivolte, resistenze individuali e collettive da parte delle persone costrette a viverci e ammalarsi. Rivolte che peraltro continuano, nonostante spesso rimangano isolate e senza eco né solidarietà anche di fronte alla repressione.
A seguito della rivolta all’ex Caserma, il carcere ha ucciso Chaka, un fratello arrestato insieme a Abdou, Mohammed e Amadou.
La prossima udienza sarà il 30 giugno. Continuare a sostenere gli imputati è doveroso, per non lasciarli soli, per ricordare Chaka e per continuare a lottare contro Nova Facility e il sistema di accoglienza, lo Stato, i suoi confini, le sue leggi razziste e le sue prigioni.

tratto da FB Comitato Lavoratori delle Campagne

Approfondimenti sull’accusa di devastazione e saccheggio: