Il CPR di Torino imprigiona ad oggi una sessantina di persone divise in 3 aree: Blu, Verde e Gialla.
Dalle rivolte che in primavera distrussero l’area Viola e Bianca, Sanitalia – cooperativa gestrice del centro – ha mantenuto un costante livello di terrore volto a scoraggiare ogni tipo di protesta, soprattutto attraverso la minaccia del carcere. Infatti nelle ultime settimane, in più episodi ci sono stati detenuti trasferiti in galera a seguito di singoli episodi di insubordinazione o di litigio tra prigionieri. Il ritorno dal carcere al CPR, dopo pochi giorni, porta con sé in alcuni casi una misura cautelare, in altri un trasferimento punitivo in un altro CPR, e sempre e comunque un’immediata riconvalida della detenzione amministrativa che, di fatto, azzera il conto dei mesi di trattenimento e inevitabilmente allunga i tempi di detenzione.
È ben chiaro come il clima di paura imposto dai gestori del centro sia volto a pacificare la struttura e così guadagnare economicamente il più possibile dal perdurare dello stato delle cose.
A tal proposito è bene raccontare la situazione odierna dentro il lager di Torino e quali sono gli strumenti di cui si stanno dotando i reclusi per resistere e protestare. Parte cruciale della tortura inflitta quotidianamente ai detenuti ruota attorno alla scarsezza e alla nocività dei beni di prima necessità distribuiti. I prodotti per l’igiene personale vengono somministrati in dosi minime, troppo scarse. L’acqua potabile, nonostante il caldo estivo, è limitata a un litro a pranzo e uno alla cena. Il cibo è rancido, maleodorante e immangiabile.
Qualche giorno fa – alla consegna di pane scaduto e con la data di scadenza modificata a penna – molti detenuti di tutte e tre le aree hanno deciso di rifiutare il cibo per un giorno intero.
Grazie a questa protesta, da quel giorno in poi almeno il pane è stato consegnato non scaduto, dimostrando ai dirigenti del CPR come la determinazione dei detenuti vada molto oltre – e possa sfidare – le umiliazioni, i ricatti e le torture a cui sono sottoposti.
Al fianco dei detenuti di tutti i CPR
Tutti liberi!