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Inizia la stagione sciistica. Aggiornamenti dalla frontiera

FRONTIERE RAZZISTE, TURISMO COMPLICE
21 novembre 2021
Ieri, dopo due anni, gli impianti sciistici di Monginevro hanno riaperto.
Mentre piste, bar e ristoranti si riempiono dei soliti ricchi turisti, liberi di godersi i propri sporchi privilegi, PAF e gendarmerie continuano a fermare le persone considerate “illegali” che tentano di attraversare questo confine.
Durante la giornata abbiamo assistito ad un inseguimento coatto della gendarmerie, che, arrancando goffamente nella neve, cercava di braccare, tra urla e intimidazioni, quattro persone sugli alti sentieri di montagna.
Le tracce degli sci e le orme della gente di passaggio corrono parallele: l’indifferenza degli sciatori di fronte a questi atti di respingimento palesa la normalizzazione di queste pratiche razziste. Tali pratiche non sono un caso isolato, ma, nel corso degli ultimi anni, sono state rinforzate in tutta Europa.
A peggiorare la situazione di questa frontiera, da quasi due mesi, gli autobus francesi della Resalp hanno interrotto le fermate di Cesana e Claviere, mentre da Monginevro a Briançon i turisti si spostano liberamente. Dal lato italiano, anche la compagnia Arriva ha smesso di garantire un servizio regolare per le stesse fermate.
Per questi motivi, il cammino dall’Italia alla Francia è sempre più lungo e difficile. In mancanza di sufficienti informazioni e a causa del massiccio dispiegamento di sbirri, molte persone sono state costrette a inerpicarsi su sentieri più alti e pericolosi. Da diverse settimane, infatti, il numero della gente dispersa in montagna è aumentato: lo scorso fine settimana, altre due persone sono state soccorse tra Claviere e Monginevro.
Di fronte a tutto ciò, continuiamo a essere presenti in frontiera, complici e solidali con chi l’attraversa nel nome della libertà e dell’autodeterminazione.
CONTRO TUTTE LE FRONTIERE E OGNI FORMA DI OPPRESSIONE!!!
AGGIORNAMENTO DALLA FRONTIERA DEL MONGINEVRO
13 Novembre 2021

Con l’arrivo delle prime nevicate, la situazione in frontiera è sempre più difficile e rischiosa.
Ma sono la repressione e il controllo frontaliero a rendere il passaggio una minaccia di morte per chi attraversa le montagne.
A poche settimane dall’inizio della stagione turistica e a un mese dall’ultimo sgombero, i comuni dell’alta valle si stanno ripulendo la faccia (e i muri), continuando a invisibilizzare, allontanare e respingere chi rovina la loro immagine costruita per chi ha un portafoglio gonfio di soldi da spendere sulle piste da sci.
A Claviere ormai ogni angolo nascosto è diventato un bivacco con coperte e bagagli abbandonati e resti di fuoco per scaldarsi.

Le unità di gendarmeria mobile nella provincia di Briancon sono aumentate di 200, e 10 nuovi sbirri sono stati arruolati alla PAF per dare la caccia alle persone su questi senteri.
Questo dispiegamento, enorme e assassino, messo in piedi dalla prefettura di Gap per impedire il transito di chiunque non abbia un documento, spinge le persone su sentieri sempre più alti e pericolosi, impraticabili in questo periodo dell’anno.
Domenica scorsa, 8 persone in stato di ipotermia sono state recuperate dal soccorso alpino francese nella zona del monte Janus, e portate all’ospedale di Briancon,
mentre altri 2 dispersi sono stati trovati in seguito.
Le persone che vengono bloccate sui sentieri, sono trattenute per ore all’interno dei locali della PAF senza cibo, e vengono sottoposte a controlli sempre più invadenti, tra cui la sistematica confisca dei telefoni.

Sul lato italiano, da un mese a questa parte, ogni giorno, sbirri in borghese si presentano alla fermata dell’autobus di Oulx e seguono il pullman fino al suo arrivo a Claviere. Controllano e identificano chi cerca di essere solidale con le persone di passaggio: così l’occhio dello stato vuole intimidire chiunque in prima persona si esponga contro il dispositivo della frontiera.
Il rifugio Fraternità Massi di Oulx, stracolmo di persone -limite 40 persone-, sempre più spesso si appoggia allo spazio della croce Rossa di Bussoleno e Susa per ospitare le persone durante la notte.

Raggiungere Claviere è sempre più difficile a causa delle politiche messe in atto dalle compagnie dei bus che collegano Oulx e Claviere.
I bus di Resalp continuano a non effettuare le fermate di Cesana e Claviere (almeno fino al 15 dicembre), mentre l’azienda italiana Sadem ha recentemente soppresso uno degli ultimi due autobus diretti a Claviere, quello delle 10:45 (mentre quello delle 13 è solo scolastico). Chi è in viaggio è costrettə a raggiungere a piedi l’ultimo paese italiano di confine, raddoppiando il numero di chilometri da percorrere.

Nel frattempo a Briancon, il rifugio Les terraces solidarires, ha chiuso i battenti dichiarando insostenibile il sovraffollamento nei locali.
Sovraffollamento in parte dovuto alla gestione francese della pandemia. La legge approvata il 5 agosto scorso, impedisce a chi è sprovvistə di un pass sanitario di salire su treni o bus interregionali. Così, chi non ha il vaccino o la possibilità economica di pagare il tampone, non può partire. A Briancon, le persone devono quindi aspettare di ricevere i tamponi gratuiti, dispensati dall’associazione Medecins di Monde.
Attualmente, chi riesce a sfuggire ai controlli sui sentieri in montagna e arriva in città, è alloggiatə in due tendoni montati fuori dalla chiesa di s. caterina che il prete ha temporaneamente concesso.

Su questa linea di confine sempre più razzista e militarizzata , è evidente la necessità di creare spazi autogestiti in cui organizzarsi, al di fuori delle logiche istituzionali assistenzialiste e contro il dispositivo repressivo delle frontiere.

SEMPRE CONTRO OGNI FRONTIERA
LIBERTÀ