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AGGIORNAMENTO dal CPR di Corso Brunelleschi 20/21 maggio 2022

Gli ingressi nel centro di Torino sono sempre più numerosi. Dalla testimonianza di un detenuto abbiamo saputo che nel giro di 2 giorni sono entrate 15 persone, fra cui probabilmente anche dei minorenni, trattenuti principalmente nell’area Blu e nell’area Bianca. Nella mattinata di venerdì, a seguito dei nuovi ingressi, c’è stata una maxi perquisizione in tutto il centro. Polizia e Guardia di Finanza hanno ribaltato ogni stanza alla ricerca principalmente di telefoni cellulari e hashish.

Ricordiamo che da regolamento i reclusi dovrebbero avere la possibilità di tenere un telefono personale che gli permetterebbe di rimanere in contatto con l’esterno ma, a seguito delle rivolte del Dicembre 2019, GEPSA, l’azienda gestrice del CPR di Torino fino a febbraio 2022, in accordo con la Prefettura decisero di iniziare a sequestrare i cellulari per impedire ai reclusi di far trapelare immagini o informazioni sulla situazione all’interno, ma anche per impedire la creazione di dei legami di solidarietà, strumento necessario per la nascita di lotte che superino le barriere fisiche imposte.

A seguito della perquisizione e per via della situazione totalmente degradate nel centro, una persona ha tentato il suicidio. La totale e consueta indifferenza riservata alla persona in questione, che è stata lasciata nell’area senza alcun tipo di intervento, ha generato una forte protesta. Tutte le persone recluse nell’area Bianca e nella Blu, hanno iniziato a distruggere molti oggetti dell’area nel tentativo di farsi ascoltare. La risposta arrivata è stato un grosso pestaggio collettivo. Gli sbirri in assetto antisommossa hanno manganellato tutte le persone delle suddette aree, fra cui anche molte persone con fragilità. In particolare un recluso di 70 anni non autosufficiente con varie patologie che, poco prima del pestaggio e a seguito di un evacuazione fecale data dalla sua incontinenza, è stato lasciato nel letto e picchiato.

Non sorprende il trattamento riservato alle persone recluse. Sappiamo bene che le basi su cui si regge lo Stato è primariamente la violenza atta alla repressione, utile a far rientrare all’interno del suo sistema che come finalità ha il monetizzare i corpi detenuti o espulsi.

MA SAPPIAMO ANCHE CHE QUESTO SISTEMA PUÒ’ ESSERE SPEZZATO SOLO CON IL FUOCO DELLA RIVOLTA DI CHI VIVE LA RAZZIALIZZAZIONE SULLA PROPRIA PELLE. 

SOLIDARIETÀ’ E COMPLICITÀ CON CHI SI RIBELLA