Nella sera del 20 febbraio 2023 le poche decine di reclusi rimasti nell’unica area risparmiata dalle recenti rivolte contro il CPR di Torino hanno nuovamente dato vita ad un importante e dirompente momento di lotta.
Il fuoco è divampato dentro l’area Verde. L’ingresso dei vigili del fuoco, che dopo l’ultima rivolta erano in presidio fisso tra le mura di corso Brunelleschi, é stato rallentato regalando alle fiamme il tempo necessario per rendere (forse del tutto) inagibile l’ultima area rimasta utilizzata nel lager torinese.
Un ingente dispiegamento di polizia, carabinieri e guardia di finanza ha fatto irruzione poco dopo all’interno dell’area pestando a sangue i reclusi. Da dentro i racconti descrivono nitide le immagini del sangue a terra misto all’acqua sparata a forza dagli idranti per domare l’incendio che distruggeva l’area.
A causa dei pestaggi della polizia alcuni reclusi versano al momento in gravi condizioni di salute. Tutti, circa una quarantina di persone, dormono ora senza più coperte né materassi nella sala mensa dell’area. Per qualche ora sono stati letteralmente sequestrati dai poliziotti, accerchiati e picchiati.
In particolare all’arrivo dei solidali fuori dalle mura del centro la polizia ha impedito l’accesso alle cabine telefoniche al fine di troncare ogni comunicazione con chi era giunto a portare la propria solidarietà ai rivoltosi.
Negli ultimi giorni dentro l’area Verde una grossa epidemia di scabbia si era diffusa velocemente a causa della reiterata negligenza della gestione sanitaria interna.
Circa venti reclusi avevano deciso di intraprendere uno sciopero della fame contro le condizioni riprovevoli riservate loro dall’amministrazione.
Alcune persone pestate dalla polizia durante i primi giorni delle rivolte, infatti, non erano mai state portate in ospedale, nonostante in alcuni casi lamentassero fratture alle ossa. I pestaggi erano inoltre proseguiti nelle due settimane a seguire.
Il cibo consegnato ai reclusi era, come sempre, o scaduto o pieno di insetti o,
per sedare coattamente i reclusi, imbottito di psicofarmaci.
Ancora una volta la rabbia si è accesa ed è divampata grazie alla tenacia dei reclusi mettendo a dura prova una struttura che da domani potrebbe essere completamente inagibile.
I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO.
FUOCO AI CPR!
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