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Sciopero della fame in corso a Vincennes contro la violenza della polizia e contro la detenzione

Di seguito la traduzione delle testimonianze dei reclusi nel CRA di Vincennes (Parigi), pubblicate nel blog abaslescra.noblogs.org

Testimonianze dei detenuti del CRA di Vincennes: questa settimana, alcuni poliziotti visibilmente ubriachi sono entrati nelle celle nel cuore della notte per picchiare le persone. Successivamente, i detenuti del settore 2A hanno iniziato lo sciopero della fame. È in questo contesto che domenica mattina si è svolta una manifestazione di 80 persone solidali che ha provato a raggiungere l’ingresso del CRA per gridare il loro sostegno ai reclusi, prima di essere violentemente respinta dalle guardie che erano in preda al panico. 4 persone sono state arrestate.

Riportiamo le testimonianze delle persone recluse nei settori 2A e 1.

SETTORE 2A
Abbiamo fatto uno sciopero della fame, a causa della polizia. 4 o 5 giorni fa un ragazzo ha detto ad un agente di polizia “sei stupido”; a quel punto la squadra che lavora di notte è entrata, a gruppi di 4 o 5, e hanno detto “dovete dirci chi è stato, per metterlo in isolamento”. Nessuno di noi ha detto niente, siamo andati a dormire, e loro sono poi tornati, hanno spento tutte le telecamere e hanno sfondato tutte le porte mentre dormivamo. Ci siamo svegliati sotto shock. C’è un minore con noi. Sono entrati nella sua cella, hanno rotto la finestra e lo hanno picchiato perché, essendo minorenne, dicevano che avrebbe fatto la spia. Lo hanno picchiato, erano tutti addosso a lui, un altro lo hanno colpito in faccia, a un altro ancora hanno rotto la mano. In diverse celle erano in 5, si sono messi i guanti, hanno spento le telecamere, hanno tirato fuori i manganelli, un poliziotto ha rotto la finestra sbattendola. Quando sono arrivati ​​mi sono messo le scarpe da ginnastica e sono uscito nel corridoio, ho cominciato a gridare e così tutti si sono avvicinati. Hanno preso i documenti di tutti, hanno fatto delle foto, dicendo che così avrebbero saputo chi è stato e hanno detto che sarebbero tornati. Sono tornati ieri e hanno perquisito ovunque, hanno gettato per terra il cibo, i materassi e hanno calpestato le sigarette.

4 o 5 giorni fa sono entrati ​​alle 4 del mattino; un poliziotto ha tirato fuori la pistola e ha detto: “Sparerò a tutti, figli di puttana”; Abbiamo mantenuto la calma, sapevamo che venivano per provocare, per farci arrabbiare e per riportare qualcuno in isolamento. Erano tutti ubriachi, puzzavano di alcol.
Dopo abbiamo parlato tra di noi perché non ci lasciavano dormire, hanno portato qualcuno in isolamento, e allora abbiamo detto “se è così andremo tutti in isolamento”. Abbiamo deciso di uscire tutti insieme in corridoio nudi. Siamo usciti tutti in boxer.
Ci hanno detto “siete dei cani”. Verso le 5/5:30 del mattino, c’è stato un cambio di guardie, c’erano i superiori che sono venuti a sistemare le cose; ci siamo detti che dovevamo far valere i nostri diritti altrimenti sarebbero tornati. Abbiamo chiesto degli esami del sangue per dimostrare che avevano bevuto.
Tutti i superiori sono venuti e hanno visto che avevano lasciato uno schifo. Successivamente abbiamo deciso di fare lo sciopero della fame, lo sciopero va avanti da 4 o 5 giorni.
Una persona qua ha problemi al cuore, ieri è caduto all’improvviso, lo hanno riportato in isolamento poi l’infermiera ha detto di portarlo in ospedale. Ieri c’era gente che ha mangiato poco, oggi ha mangiato la metà, ma stasera non mangerà nessuno, come nel settore 1 e 2B.

Chiediamo che i nostri diritti siano tutto. Strappano le lenzuola che mettiamo alle finestre, dicono “siete dei cani”. C’è una doccia per tutti, una doccia per 38 persone. I servizi igienici sono chiusi, non ci sono servizi igienici. Non puoi dormire. Non possiamo parlare con le nostre famiglie. Quando alle visite ti porti dietro il telefono ti dicono che è vietato, le bottiglie di succo non entrano, le sigarette le tirano fuori dai pacchetti per tenerle per sé.
Sembra un ospedale psichiatrico, le condizioni dei locali e delle stanze non sono pulite, il cibo è pessimo. Quando chiedi qualcosa ad Assfam (Association Service Social Familial Migrants) sembra che lavoriamo noi per loro, non ti rispondono, ti prendono per un idiota. Dentro il centro non cambiano le lenzuola, ti danno un lenzuolo per 90 giorni, sporco, l’acqua non è calda, non riesci nemmeno ad avere dell’acqua calda per bere il caffè.

Questo pomeriggio ci hanno portato un buon pasto, affinché mangiassimo.

Questa mattina c’erano persone che facevano una manifestazione fuori, abbiamo chiamato tutti i nostri amici, verranno, faranno una manifestazione anche loro. Anche nei settori 1 e 2B sono in sciopero della fame.

SETTORE 1
Ci sono persone malate e col cancro, non le lasciano uscire. Ci trattano come cani. Tutti i giorni vengono, perquisiscono la cella, non ci lasciano dormire.
Normalmente mangiamo alle 18, ora non mangeremo, faremo uno sciopero della fame. Con noi ci sono due persone malate di cancro, con tutte le carte e i controlli medici, non vogliono rilasciarle. C’è una persona che ha salvato una donna che stava annegando nella Senna. In seguito a ciò, gli avevano dato la ricevuta del permesso di soggiorno e comunque non lo lasciano uscire.
Stiamo soffrendo qua, ci portano il cibo scaduto; oggi non mangeremo, non mangerà nessuno. Africani, pakistani, algerini, siamo tutti d’accordo.