In un mondo in cui – nel silenzio generale – i cadaveri si accatastano nel fondo del Mar Mediterraneo o tra gli alberi delle montagne, in cui i CPR sono strumenti di tortura sistematica e razionale, in cui le forze dell’ordine uccidono, in strada, nelle galere, lungo le linea di frontiere; non esiste una verità da cercare o una giustizia da chiedere indietro ai tribunali.
In un mondo del genere – quello del capitalismo – cerchiamo di tenerci vicini nello slancio comune di sovvertire l’esistente.
Questa estate lungo tutta l’Italia proteste, rivolte, ribellioni e tentate evasioni hanno sovvertito il normale scorrere della quotidianità detentiva riportando al centro dell’attenzione l’urgenza di abbattere quelle mura, distruggere il carcere e la società che ne ha bisogno.
Due anni fa il CPR di Corso Brunelleschi bruciava. Quelle fiamme hanno inciso nei cuori e nelle strade di Torino una certezza: un briciolo di libertà in più, guadagnata con la lotta e al di là degli schemi del potere; due anni senza detenzione amministrativa in città.
Per fortuna il fuoco, la rabbia e la determinazione possono tenere vicini e stretti tra di loro chi si rivolta dentro i centri detentivi con chi si muove fuori in solidarietà, chi si ribella alla violenza razzista degli sbirri con chi ogni giorno resiste alla tortura detentiva.
Le strade e i quartieri continuano a mostrarcelo.
Non esiste una verità da ricostruire ma solo linee di complicità da tracciare.
A Febbraio 2023 eravamo sotto il CPR a sostenere attivamente chi, con coraggio mostrava la potenza del fuoco regalando a tantx un po’ di libertà.
Il 4 Marzo 2023 eravamo in strada a Torino al fianco di Alfredo in sciopero della fame da molti mesi. Come noi tantx altrx, e tuttx insieme contro la tortura del 41bis e dell’ergastolo ostativo. Nessun processo cancellerà il ricordo nitido di quei mesi: l’amore e la rabbia che ci ha tenuto in strada.
E in strada continueremo a stare per Ramy, Djoulde, Issa, Ousmane e con tutte quelle persone che quotidianamente si confrontano e scontrano con la violenza razzista di questo Paese e del suo braccio armato.
Perché la lotta contro questo presente mortifero è urgente. La polizia e lo Stato uccidono dentro le prigioni, nelle strade e riaffilano le loro lame nelle aule dei tribunali e nei voli di deportazione. Non lasciamo nessunx indietro: teniamoci stretti a lottare contro tutto questo.
Per un mondo senza galere, senza razzismo, senza capitalismo, senza frontiere e deportazioni.
Continuiamo a crescere in strada senza lasciare nessunx solx: la solidarietà è un tassello della nostra lotta.