Il 24 marzo 2025 riapre il CPR di Corso Brunelleschi dopo 2 anni di inutilizzo a seguito delle coraggiose rivolte che nel marzo 2023 ne determinarono la chiusura.
Ad Harraga, trasmissione in onda su Radio Blackout, assieme alla voce di alcuni reclusi, ripercorriamo le vicende che hanno scandito la quotidianità del centro a poco più di 2 mesi dalla sua apertura e ragioniamo su quanto la violenza razzista sia certamente incarnata nei dispositivi contenitivi e in come essi vengono strutturati, ma anche come essa sia diluita in una miriade infinita di aspetti della vita delle persone razzializzate con e senza documenti. In tal senso, la morte di Hamid mostra in tutta la sua limpidezza e inequivocabilità fino a che punto può arrivare l’efferatezza dello Stato.
In questa prima parte ricostruiamo come il CPR di corso Brunelleschi è stato riempito e come, sin dalle prime settimane, sono partite le lotte rivendicative e il forte legame avuto con chi si trova fuori dalle mura.
Un racconto delle giornate di rivolta: le cause e le conseguenze.
Una riflessione su Sanitalia, l’ente gestore del centro sabaudo: dall’apertura e la gestione soft che punta alla pacificazione, vesto il pugno duro più esplicito dopo le rivolte degli ultimi mesi.
In questa seconda parte di approfondimento, riprendiamo quanto accaduto dopo le rivolte di fine Aprile e Maggio, ragionando attorno alla logica che soggiace dietro i trasferimenti come strumento dell’ente gestore e dello Stato, ma anche cercando di unire i puntini mettendo in relazione quanto accaduto con altri CPR in giro per l’Italia. Perché se per gli aguzzini è fondamentale tenere le persone nel limbo e nell’oblio dei trasferimenti, far sparire le tracce, dal canto nostro possiamo tentare invece di accendere un riflettore.
Un racconto della storia e della morte di Hamid.
Attraverso la voce di alcune testimonianze, ragioniamo sulle deportazioni e sul cosiddetto rimpatrio “volontario”.