Si avvicina la fine di agosto con le ultime calure estive, le sbarre del centro di espulsione di corso Brunelleschi rimangono incandescenti, non solo per il sole battente ma anche per i fuochi di protesta che continuano ad essere accesi nelle varie sezioni. Pochi giorni fa nelle aree gialla, rossa e viola alcuni reclusi hanno appiccato degli incendi per dare sfogo alla rabbia che oramai si coagula attorno alle storie e ai problemi che di volta in volta qualcuno ha il coraggio di mettere sul piatto, rompendo la normalità dietro quelle mura. In questo caso ritorna l’insofferenza per il cibo scarso e indecente, inoltre un recluso è stato bellamente “truffato”, come ci dicono da dentro, poiché dopo aver scontato il massimo tempo di reclusione di sei mesi invece di vedersi aprire le porte del centro è stato tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale e poi riportato dentro, vedendo azzerato il tempo di permanenza.
Tre ragazzi hanno tentato la fuga, tentativi che come abbiamo già detto sono quasi all’ordine del giorno. Continuano anche le espulsioni: proprio questa mattina tre reclusi sono stati svegliati per essere accompagnati in aeroporto, il terzo però ha deciso di opporsi tagliandosi le mani ed è stato lasciato cosparso di sangue dentro la sezione.
Infine rimane costante il problema delle cure, per chi è relegato all’ultimo gradino della scala sociale rimanere in vita è una battaglia costante e da dietro quelle sbarre essere portati in un ospedale è cosa rara.