Nel C.P.R. di Corso Brunelleschi non si dorme mai. Dopo i numerosi tentativi di evasione, di cui l’ultimo riuscito pochi giorni fa dall’area Viola, e gli incendi di suppellettili appiccati con scadenza quasi regolare negli ultimi mesi, dal tardo pomeriggio di venerdì 22 novembre tutti i detenuti dell’area Viola hanno deciso di organizzarsi e iniziare insieme uno sciopero della fame. Per non abbassare la testa e rassegnarsi alle infauste condizioni in cui sono costretti a vivere. Condizioni rese ancor più dure dal complessivo taglio dei “servizi” all’interno dei Centri, in seguito alla riduzione dei fondi stanziati dal Governo alle ditte che li gestiscono.
L’inverno è arrivato anche nel Cpr, accompagnato dall’amara constatazione che anche quest’anno il riscaldamento è guasto. Le docce sono fredde, non ci sono materassi e in molti sono costretti a dormire per terra, il numero dei lavoranti che consegnano e distribuiscono i pasti è diminuito, per cui il vitto è ulteriormente peggiorato. Il sapone viene distribuito ogni quindici giorni in pacchetti monodosi e anche il barbiere passa sempre più di rado. Per farsi vedere da un medico non basta una richiesta ma bisogna insistere parecchio, far casino insieme ad altri reclusi o iniziare uno sciopero della fame, per l’appunto.
I detenuti in lotta nell’area Viola, dopo essersi confrontati per ore, hanno deciso di scrivere un testo collettivo in cui sono confluite le loro istanze di protesta che chiedono di diffondere il più possibile. Hanno inoltre chiesto alla Direzione della struttura di riportare le loro richieste direttamente alla Prefettura di Torino. Determinati e decisi nell’obiettivo che si sono prefissati hanno infine lanciato un appello ai reclusi delle restanti aree affinché si uniscano alla loro protesta, allargando la lotta e rendendola più incisiva.
Fra le tante storie che popolano quelle infauste mura c’è quella di Gabriel, rinchiuso anche lui nella medesima area. La sua rabbia oltre ad essere alimentata dalle disumane condizioni in cui è costretto a vivere è stata accesa dalle particolari ma non eccezionali condizioni in cui è stato fermato prima di essere portato nel Centro torinese, che ci chiede di raccontare. In Italia con gravi problemi di salute, Gabriel è stato imprigionato il 6 luglio, mentre si era fermato ad aiutare una ragazza a scappare da un’aggressione notturna. L’arrivo delle pattuglie come sempre non è stato di aiuto e ha decretato che Gabriel venisse portato nella Questura di via Grattoni perché senza documenti, per poi essere trasferito nelle celle di sicurezza del commissariato di San Paolo. Qui è stato denunciato per aggressione e resistenza a pubblico ufficiale e, ancora una volta, trasferito nel carcere delle Vallette, dove è rimasto qualche mese per poi essere portato dentro il C.P.R. torinese.
In questo momento, oltre ai reclusi dell’area Viola, altri detenuti senza-documenti privati della loro libertà nel Centro di Permanenza di Torino portano avanti proteste individuali. Said, rinchiuso nell’area blu, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’assenza di assistenza sanitaria. Sono giorni infatti che non vede il medico nonostante lamenti gravi problemi ai denti dovuti ad un incidente. Un altro recluso, sempre dell’area blu, è diabetico e sta rifiutando il cibo perché non riceve cure adeguate e un’alimentazione consona alle sue esigenze.
Anche fuori da quelle mura qualcosa si muove ed alcuni nemici dei Centri hanno deciso di sostenere la lotta dei reclusi.
Mercoledì scorso alcune decine di solidali hanno tentato di rompere l’asetticità e il grigiore del Campus Einaudi per parlare della Sodexo, la ditta che distribuisce i pasti ai reclusi di corso Brunelleschi. Con striscioni, interventi al microfono e manifesti attacchinati sulle pareti di vetro del Campus si sono ricordate le responsabilità di questa multinazionale nel funzionamento di carceri e Centri per immigrati un po’ in tutto il mondo, lo stretto legame che intrattiene con gli eserciti negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna e la possibilità che Sodexo non reintegri i lavoratori del bar del Campus quando, a breve, ne otterrà la gestione. Qualche ora dopo, i solidali sono poi comparsi all’improvviso in corso Brunelleschi e con cori, fumogeni e petardoni hanno ricordato a chi si trova recluso che chi lotta non è mai solo.
Riportiamo qui di seguito il comunicato redatto dai reclusi dell’area Viola in sciopero della fame:
Noi ospiti dell’area Viola del CPR di Corso Brunelleschi chiediamo alla Direzione di riferire alla Prefettura che in data 22-11-2019 tutti i reclusi di quest’area entrano in sciopero della fame per protestare contro le specifiche che indichiamo di seguito.
A- I tempi di permanenza per l’identificazione troppo lunghi (6 mesi)
B- Le condizioni disumane in cui siamo costretti a vivere
C- I luoghi malsani in cui siamo rinchiusi: camere ovvero celle senza finestre e senza passaggio d’aria respirabile che causa la mancanza di ossigeno
D- Le docce e i bagni che siamo costretti ad usare che fanno schifo
E- Il ritardo nella somministrazione del cibo che arriva alle 14.30 pm o anche più tardi
F- Il cibo che fa schifo
G- La quasi mancanza di prodotti per l’igiene
H- L’assistenza sanitaria che non funziona
I- I pestaggi da parte degli addetti alla sicurezza
L- I 2,50eu per il mantenimento che non bastano
M- Le coperte che non vengono lavate
N- Le stanze che sono 4,20×9, 60mq inclusi bagno e toilet con 7 persone dentro