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Continuano le deportazioni in Tunisia + Opuscolo “Sull’esternalizzazione delle frontiere”

In meno di un mese, dal 24 marzo al 14 aprile sono stati cinque i voli charter banditi dal Ministero dell’Interno per la deportazione di persone di cittadinanza tunisina. Dai documenti pubblicati sul sito della Polizia di Stato, Direzione Centrale Immigrazione e Polizia delle Frontiere, si evince  che su ogni volo diretto a Tabarka- Ain Draham sono state caricate fra le 20 e le 30 persone, scortate dal triplo di agenti di polizia (fra i 60 e i 110 sbirri per viaggio). Da Trieste– Ronchi dei Legionari sono partiti tre voli con scalo a Palermo ogni giovedì dal 24/3 al 7/4, da Roma– Fiumicino uno con scalo a Bari- Palese e Palermo- Punta Raisi giovedì 14/4 mentre da Milano– Malpensa ne è stato organizzato uno a fine marzo con scalo a Palermo.

Come avevamo scritto in “Come funziona una deportazione e chi ci guadagna“, per ogni deportazione viene istituito un bando specifico. Apparentemente, sia nel 2015 che nel 2018 la Direzione Centrale Immigrazione ha cercato, tramite Consip S.p.a., di appaltare il “servizio del trasporto aereo di gruppi di persone straniere” per un periodo di tre anni e non per occasionalità. La gara però è andata deserta, e certamente non per motivi etici: fatti i conti, alle due compagnie aeree che si occupano di prestare questo “servizio” plausibilmente conviene presentarsi per contingenza (la spesa presunta del servizio di rimpatrio tramite voli charter è stimato di importo pari o superiore 40.000 euro, prezzo che quindi indica la base d’asta dell’appalto, e inferiore a 139.000 euro) senza assumersi un impegno prorogato o dover dare garanzie.

Sono nove le compagnie aeree, chiamate Operatori economici invitati, che vengono ad oggi contattate per l’appalto dei rimpatri. Sempre le medesime, e probabilmente per una questione formale che impone la consultazione di almeno cinque operatori economici, leggiamo: Mistral Air, Alitalia/Airone (sic!), Charter Viaggi, Meridiana/AirItaly/EuroFly, Airpartner, EgyptAir, PAS Professional Aviation Solution, Astra Associated Services e AS Aircontact. Ma di queste nove compagnie sono solamente due quelle che partecipano attivamente ai bandi avanzando offerte sulla base del criterio di aggiudicazione a quella economicamente più vantaggiosa, e sono PAS Professional Aviation Solution ed Airpartner, rispettivamente un’azienda tedesca ed una inglese, entrambe con sede a Milano, che hanno sostanzialmente il monopolio degli appalti e si alternano. Quelli dell’ultimo mese non fanno eccezione.

In seguito al rinnovo degli accordi tra la Tunisia e l’Italia del 2021 le procedure di identificazione e rimpatrio sono state semplificate, e questo ha portato ad un’accelerazione e ad un aumento notevole delle deportazioni (più di 1.922 persone nel 2020 e 1.872 nel 2021). Numerose riunioni e scambi diplomatici italo-tunisini sotto l’egida dell’UE hanno rinforzato la collaborazione tra questi due paesi con lo scopo di impedire le partenze, mettendo in opera un’attività di intercettazione delle imbarcazioni nelle acque territoriali tunisine e dei respingimenti delle stesse. QUI  un articolo sugli accordi Italia – Tunisia e sul New EU Migration Pact. La Tunisia è anche molto recentemente entrata a far parte del programma Horizon Europe. Su cos’è Horizon e come ricerca e finanzia il controllo dei confini leggi QUI. I respingimenti sono aumentati nel corso del 2021 confermandosi come un tassello fondamentale della politica di “protezione dei confini”.  SCARICA QUI l’opuscolo “Sull’esternalizzazione delle frontiere” (ottobre 2021, da  https://www.passamontagna.info/).  Conseguenza diretta delle operazioni di rastrellamento, repressione e respingimento sono le stragi dei naufragi  (nelle ultime quattro settimane si ha avuto notizia di almeno tre avvenuti al largo di Sfax) mentre chi protesta viene arrestato dalle autorità tunisine.

Domani, 25 aprile, ci sarà ancora un presidio sotto le mura del CPR di Corso Brunelleschi.

I Centri di Permanenza per il Rimpatrio sono parte integrante di questo meccanismo omicida di emarginazione ed espulsione, un pezzo tangibile della violenza sistemica perpetrata quotidianamente dallo Stato italiano e dai suoi mercenari, in divisa e non.

E’ importante continuare a portare solidarietà alle persone recluse e in lotta e tenere bene a mente i mandanti e i responsabili di questo ricatto mortale.