RESISTERE ALLA MACCHINA DELLE ESPULSIONI. PARTE 2: misure cautelari per i fatti del 28 Febbraio ’24

All’alba del 10 settembre 2024 la Digos di Torino ha notificato misure cautelari (firme quotidiane e per alcunx due volte al giorno) ai danni di 12 compagnx.

Tuttx accusatx di resistenza a pubblico ufficiale con le aggravanti di violenza e minaccia, tutto in concorso in più di dieci.

Alcunx a vario titolo anche di violenza privata, lesioni e danneggiamento.

I fatti si riferiscono al 28 febbraio 2024, quando un nutrito gruppo di compagnx, amicx e solidali si é messo in mezzo durante il trasferimento del nostro compagno Jamal dalla Questura di Torino (lì trattenuto in seguito a un fermo in strada) al CPR di Milano via Corelli, tentando quello che riteniamo ancora il possibile:

inceppare la macchine delle espulsioni.

A chi di noi qualche settimana dopo ha corso all’aeroporto di Malpensa, nel tentativo di fermare la deportazione di Jamal, bloccandone poi di fatto, quella di un’altra persona, l’aggravante relativa a quei fatti ha portato il GIP a stabilire la peculiare misura delle due firme quotidiane.

Ancora una volta il PM Scafi non ha mancato di chiedere carcere e domiciliari per i fatti in questione portandone a casa un magro bottino.

Mettersi in mezzo al trasferimento in veri e propri lager – quello di via Corelli e di Gradisca d’Isonzo – e alla deportazione di Jamal era il minimo che si potesse fare – e purtroppo troppo poco – al fianco di un compagno e un amico. Il minimo contro il sistema razzista e torturatore, che detiene e deporta.

 

 

Provare ad inceppare la macchina delle espulsioni è possibile.
Fuoco ai CPR.
Al fianco di chi lotta, si ribella e resiste nelle galere.