Aggiornamenti dal CPR di Gradisca d’Isonzo

In questa puntata di Harraga, in onda su Radio Blackout ogni venerdì dalle 15 alle 16, con alcuni compagni dell’assemblea contro il CPR del Friuli Venezia Giulia, abbiamo parlato degli ultimi aggiornamenti dal CPR di Gradisca d’Isonzo: informazioni preziose per mappare la macchina del razzismo di stato attraverso i trasferimenti, gli arresti sulla frontiera orientale, la cooperazione di Frontex nelle deportazioni.

Nel CPR di Gradisca le condizioni di sopravvivenza sono sistematicamente e appositamente al limite della sopportabilità. La cooperativa Ekene ha nuovamente vinto il bando per la gestione del CPR friulano, dopo aver gestito anche i centri di detenzione di Milano e di Macomer, riconfermandosi azienda sempre più presente nel business della detenzione amministrativa, e mandandolo avanti a pieno regime di tortura.

Dopo un periodo di assestamento, le deportazioni verso l’Egitto sono riprese, accellerate e intensificate. Pare infatti che in termini di charter sia l’Egitto l’investimento deportativo attuale, mentre quelli per la Tunisia sono ancora sospesi, grazie alle mobilitazioni e le pressioni interne al paese, contro gli accordi bilaterali di riammissione firmati con l’Italia. Ciò, in termini materiali ed esistenziali, significa maggiori catture dal territorio di egiziani, grande rapidità di esecuzione del rimpatrio (in alcuni casi non si fa nemmeno in tempo ad orientarsi che si viene già trasferiti sul charter; pochi giorni, qualche settimana al massimo) e soprattutto – fatto da attenzionare – possibili connessioni con le pratiche di frontiera. Non è un caso che a riguardo si muovano anche gli interessi e i piani dell’agenzia europea Frontex: l’aeromobile che ha svolto la deportazione del 14 ottobre scorso risulta essere stato messo a disposizione direttamente dall’agenzia europea per il controllo delle frontiere.

Quando invece le deportazioni non vanno a buon fine – come nel caso del volo charter organizzato da Italia, Belgio, Cipro e Svizzera e diretto in Nigeria, che a settembre è dovuto tornare indietro per il divieto di sorvolare i cieli algerini – le persone che vi erano a bordo, almeno 25, sono state recluse a Gradisca, dove si trovano tuttora, rimpolpando il centro e i suoi profitti.

Uno dei casi che potrebbero tracciare le fila di un nuovo uso filo diretto tra frontiera e CPR, è la storia della detenzione di un minorenne, fermato alla frontiera con la Slovenia, e tradotto direttamente nel centro di Gradisca, da dove poi  riuscito ad uscire, evitando per un pelo la deportazione, solo grazie alla solidarietà e alla prontezza degli altri detenuti.