Backgroound Image

Cpr, ancora resistenze

 aereo.jpg

Ieri sera dopo un’assemblea per organizzare la solidarietà a Eleonora, Théo e Bastien, arrestati dalle autorità francesi per favoreggiamento dell’immigrazione, un nutrito gruppo di nemici delle frontiere si è diretto verso c.so Brunelleschi per un saluto ai detenuti. Così la notte piovosa torinese si è impregnata delle voci che dentro e fuori dalle mura della prigione per senza-documenti urlavano “Libertà!”.

Del resto cos’è il Cpr se non l’apice detentivo della gestione dei flussi migratori che passa dai confini (aperti o serrati a seconda delle esigenze del capitale e dei patti tra gli Stati), dagli Hotspot, dagli Hub e dal sistema retoricamente edulcorato dell’Accoglienza e delle Borse Lavoro?

I tentativi di lotta cercano di rafforzarsi, prendere piede, scandire il passo, in mezzo alla neve o nella resistenza alle espulsioni. Come è capitato per l’ennesima volta ieri, quando un ragazzo senegalese, dopo otto mesi di detenzione amministrativa è stato prelevato dall’area rossa per una deportazione delle più difficili da digerire, quella a pochi giorni dalla data di liberazione imposta dalle carte.

David  nel 2017 è finito dentro al Cpr e un avvocato scellerato, uno dei tanti che si intascano i soldi senza premurarsi troppo della situazione giuridica dei detenuti, gli ha consigliato di fare domanda di protezione internazionale nonostante sia quasi impossibile ottenerla se vieni dal Senegal. Per questo motivo la sua detenzione è stata di sei mesi (invece che di novanta giorni) per poi ricevere il diniego. Altre otto settimane rinchiuso e il prossimo lunedì dovrebbe essere la data del suo rilascio. Sì, dovrebbe ancora essere lunedì, perché David ieri mattina quando è stato portato a Malpensa ha resistito, si è dimenato e ha urlato così tanto che il pilota del volo verso l’Africa ha deciso di non prendersi in carico la situazione. I poliziotti che lo accompagnavano gli hanno dato pugni, schiaffi e calci cercando di fargli salire uno dopo l’altro i gradini della scaletta dell’aereo, ma la sua resistenza è stata più forte.

Ora è di nuovo in c.so Brunelleschi, con la determinazione di riuscire a rimanerci fino a lunedì.