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AGGIORNAMENTO DAL CPR DI TORINO 17.12.2020

FUORI: Dpcm, zone rosse, aperture, chiusure, il Natale in arrivo…

DENTRO: Sovraffollamento, condizioni igieniche precarie, nessun dispositivo di protezione individuale, nessuna cura delle condizioni di salute dei reclusi, pasti maleodoranti imbottiti di psicofarmaci. Nonostante FUORI ci impongano nuovamente restrizioni e distanziamento, DENTRO è una zona grigia in cui i tamponi vengono eseguiti con la forza in previsione della deportazione, in cui si è ammassati in celle, senza mascherine.

Purtroppo delle persone con cui avevamo contatti all’interno del CPR di Corso Brunelleschi non abbiamo più notizie: chi sentivamo ha ora i telefoni spenti.

Ieri qualcuno ha provato a consegnare un pacco di indumenti caldi e di cibo, per capire se questi ragazzi sono ancora rinchiusi dentro la struttura oppure se sono stati deportati o trasferiti in altri centri. Nonostante il pacco è stato accettato, nessuno ha controllato la lista dei reclusi, per questo non siamo riusciti ad avere alcuna informazione sulla loro salute o sulla loro presenza. Parlando poi con alcuni amici e parenti dei reclusi, abbiamo saputo che probabilmente I pochi telefono che sono riusciti ad entrare nel Cpr sono stati sequestrati.

A quasi un anno di distanza ricordiamo infatti che dopo un caldo mese di rivolte, nel Gennaio 2020, una circolare della Prefettura ha disposto da quel momento il ritiro dei telefoni cellulari a tutti i reclusi, inserendo nelle aree il sistema delle cabine telefoniche. Questo provvedimento, utile ad impedire che le condizioni inumane all’interno del centro vengano raccontate esternamente, ha tentato di rompere la solidarietà fra dentro e Fuori aumentando l’isolamento di chi sta chiuso li dentro.

Anche se la macchina delle deportazioni non si è quasi mai fermata e ora settimanalmente gruppi di persone di nazionalità tunisina vengono deportare, continueremo a sostenere chi lotta li dentro, tenteremo di creare legami nonostante l’assenza dei telefoni.

FUOCO AI CPR E A TUTTE LE FRONTIERE

TUTTI LIBERI, TUTTE LIBERE!