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DA TORINO A GRADISCA

Da Torino a Gradisca: in solidarietà ai rivoltosi, agli evasi, ai ribelli e ai reclusi nel CPR di Gradisca d’Isonzo.

Lo sappiamo che nei CPR si tortura, dai CPR si deporta e nei CPR, per mano dello Stato, si muore. Ma saperlo non ci basta. Vorremmo che ogni angolo di conoscenza sia tesa affinché la solidarietà sia uno strumento prezioso: una spina nel fianco dei torturatori.

Oggi portiamo la nostra solidarietà a chi, da dentro quel CPR, ricorda al mondo che quei luoghi di violenza e brutale ingiustizia possono essere distrutti e da cui, con un salto nel vuoto, si può cogliere uno spiraglio di libertà. Non sarà mai abbastanza pieno il nostro cuore di forza, emozione, gratitudine verso chi mette in campo quel coraggio; sfidando con creatività e amore le trappole del potere e la violenza dello Stato.

Nel rilanciare la nostra solidarietà da Torino verso Gradisca, ci teniamo ad accompagnare la ri-condivisione del comunicato già uscito su nofrontierefvg.noblogs.org, con il podcast di un approfondimento radiofonico.

Ai microfoni di Harraga, trasmissione contro frontiere e CPR in onda su Radio Blackout il venerdì dalle 14:30 alle 16, una lunga ed emozionante diretta con un compagno deportato in Marocco durante il mese di Marzo ci ricorda cosa vuol dire resistere alla violenza dello Stato, giorno dopo giorno con ogni pezzo di cuore e di corpo.

La violenza messa in campo dalle forze di polizia quel giorno di fine Marzo non parla solo di un essere umano aggredito; ma di un impianto coerentemente razzista nella sua sistemica brutalità e che funziona non solo grazie ad agghiaccianti strumenti meccanici ma anche ad assordanti silenzi umani.

Cogliamo il gesto generoso di un compagno e amico di volere raccontare ciò che lo Stato gli ha inflitto nel tentativo di annichilire la sua forza ribelle.

In solidarietà ai rivoltosi e agli evasi di Gradisca.

Che dei CPR non rimangano che macerie

Ascolta qui il podcast: